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Questa è Chiara.
Sta dormendo. E’ offline.
Tra poco si sveglierà e potrete vedere la sua vita.
Quando sarà online potrete interagire in diretta con i contenuti che pubblica, commentando.

Vi siete mai chiesti quali siano le reazioni emotive che provochiamo con i nostri post e commenti sui social?
Public Baby parte da questa domanda e trasforma lo spazio teatrale in uno schermo affacciato sulla pagina social di una giovane influencer, ma con una finestra fissa sulla sua vita reale.

Davanti al pubblico, chiusa nel suo cubo-casa (un parallelepipedo di metallo, metafora rappresentativa sia della cameretta in cui Chiara produce i contenuti sia della pagina social che diventa a poco a poco la sua vita), Chiara si divide tra la vita online, curata e costruita secondo i desideri del suo pubblico, e quella offline, spontanea, resa densa da epifanie improvvise e forse indesiderate.

Facendo un forte parallelismo con Public Body, la performance in cui l’artista Marina Abramovich mise il suo corpo a disposizione di un’audience diffusa, Public Baby mette nelle mani del pubblico un profilo digitale.

Il pubblico è protagonista

L‘interazione tra pubblico e performer è centrale: la platea potrà commentare in diretta i contenuti postati online dalla protagonista, proiettati sul palco per evidenziare la distanza tra la risposta reale, immediata e istintiva, e quella virtuale, elaborata e poi condivisa online sul profilo.

Ma virtuale è reale: Public Baby ambisce a dimostrarlo, mettendo tutta la realtà (sia fisica che digitale) nello stesso spazio scenico.

Public Baby e Fuori dagli Schermi

Durante il percorso di Fuori dagli Schermi, i partecipanti hanno assistito a un’esperienza online ispirata a Public Baby, immedesimandosi in hater e personaggi incontrati online per poi confrontarsi sulle possibili motivazioni dell’hate speech digitale.